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domenica 5 febbraio 2012

Odissea Trenitalia 2012

Ciao a tutti, oggi vi vorrei parlare dell'avventura che ho vissuto insieme ad altri pendolari nella giornata tra il 3 e il 4 febbraio!!! Sicuramente ne avrete sentito parlare in tv ma io, da diretta interessata vi racconto....



E' venerdì, sta per finire la settimana lavorativa, di studio, di visite, ecc. c'è gente in stazione, diversi sono i treni soppressi e tantissimi sono quelli in ritardo. Sono le 14:40 viene dato l'ok per la partenza del treno che porta a Cassino (quello delle 12:20),un leggero manto di neve copre i binari, il treno è strapieno e alle 14:50 parte.




Verso le ore 16:00 circa il treno si ferma alla stazione di Colle Mattia, dopo buoni 15 muniti di attesa iniziamo a chiederci il perché. Arrivano notizie, “voci di treno” che ci comunicano di problemi sulla linea, probabilmente ci sono alberi caduti sulla via ferroviaria a causa di una frana. Si denota un leggero sconcerto sapendo che i lavori per ripristinare la viabilità non hanno nessun tempo stabilito. La neve scende giù sempre più fitta e si chiacchiera in treno sperando che sia solo un intoppo momentaneo. Passa un bel po' di tempo e ci viene detto (sempre voci che circolano) che la situazione non è facile. Iniziamo a preoccuparci facendo conti sull'orario di arrivo, magari-pensiamo-slittiamo verso le sei! È passata più di un’ora, sono le 17:30 circa quando il treno riparte. Felici ritorniamo alle nostre chiacchiere, nel treno c'è un vociare indistinto, c'è chi pranza, chi dorme, chi ascolta musica. Sono circa le 18:00 quando il treno fa una seconda sosta, questa volta Zagarolo parecchi scendono, ci si sistema meglio e si aspetta che il treno riparta. Il treno non parte, è fermo, ancora con la storia degli alberi caduti, aspettiamo, ci domandiamo perché, ipotizziamo, critichiamo, passa tempo, nessun personale Trenitalia si fa vivo e ci dà notizie. Ci rassegniamo all'attesa e si fa conoscenza, ci si racconta e si dà un'occhiata fuori, osservando che la neve non è più solo un manto, ma inizia a diventare strato. Sono le 20:00, siamo preoccupati, stanchi, vogliamo informazioni precise, cosa succede?? Iniziano via vai di telefonate ai parenti, amici, mariti, mogli, fidanzati, nessuno sa niente a parte che in questi giorni era prevista neve abbondante su Roma. Il capotreno va avanti e indietro, lo fermiamo, chiediamo chiarimenti, con il volto sconvolto e agitato ci comunica che siamo bloccati, nessun organo di competenza: 115, 118, 113, protezione civile, stazione centrale, ecc. risponde al telefono. La situazione è critica, sul treno ci sono persone che stanno male, c'è chi ha bisogno di medicine, chi  è appena uscito dall'ospedale, bambini, persone anziane, e qualcuno accusa attacchi di panico. Cerchiamo di non perdere la calma, non possiamo rimanere lì, qualcuno arriverà, ma le strade sono chiuse, la neve ormai è diventata abbondante. Arrivano dei militari che si offrono di aiutare chi ne ha più bisogno, portano qualcosa da mangiare e chiedono se serve qualche medicinale urgente. Finalmente verso le 21:30 arriva la protezione civile, portano the caldo, cappuccini e biscotti, per i più fortunati, arrivano anche le coperte. Ci comunicano che dietro di noi, sullo stesso binario c'è un altro treno, fermo anche lui a Ciampino. La domanda nasce spontanea: come mai, viste le controversie del tempo e degli eventi, quel treno è partito??  Cerchiamo di capire cosa fare, qualcuno chiama i parenti per farsi raggiungere ma è impossibile. C'è un signore che sta male, il cuore è legato ad una macchina che ha ancora poca autonomia, arrivano i soccorsi in tempo; portano via chi ha più bisogno. Ci dicono che ci sono autobus per Colleferro, chi può va, ma solo poco dopo, scopriremo che l'autobus non può partire, per cui ritornano sul nostro treno speranza, si, speranza di tornare presto a casa. Siamo ancora fermi, qualcuno raggiunge il bar dietro la stazione, merendine, crostate, stuzzichini, acqua, non mangiamo da ora di pranzo. Abbiamo fame, guardiamo l'orario e sono le 23. Non può essere, ancora nessuna soluzione. Utilizziamo un treno fermo e vuoto di fronte al nostro per i servizi igienici, perché sul nostro i servizi sono fuori uso. Arrivano i carabinieri, è tutto bloccato, nessuno sa niente. Noi, increduli ci guardiamo negli occhi, siamo stanchi, abbiamo freddo e ancora non abbiamo capito perché il treno non parte!! Continuano a dirci che la situazione è critica ma nessuno riesce a dirci il perché di tutto questo!!
Arriva una decisione: il treno usato solo come toilette va via, sta lasciano posto ad un altro treno, quello fermo a Ciampino che è dirottato sulla via libera, quella senza alberi. Verso le 2:00 lasciamo il nostro treno, e passiamo tutti sul nuovo treno, quello pieno di pendolari come noi, con la nostra stessa situazione. Ci accomodiamo, prendiamo posto, perecchi restano in piedi, speriamo che tutto sia risolto. Siamo veramente al limite, e l'unica cosa da fare è riposare mentre il treno riparte. 



Le rotaie si vedono a mala pena, nevica, c'è silenzio, l'aria è candida, ci guardiamo attorno e tutto è ricoperto di neve. Cerchiamo di non pensare alla giornataccia che abbiamo sulle spalle, ci confortiamo a vicenda e ci lasciamo andare a qualche sorriso, a battute che spengono il nervoso, sosteniamo chi sta per cedere. Il treno parte, adagio, silenzioso, la luce nei vagoni va e viene. Assopiti, dormienti passiamo qualche stazione, chi scende  saluta e augura buon viaggio a chi resta, che con occhi speranzosi spera che a breve tutto finisca. Il treno frena, ci affacciamo, forse è la prossima stazione, guardiamo ma non c'è marciapiede, siamo tra i binari, la neve fitta, alta manca poco a Frosinone ma il treno non va.




Di nuovo parte l'agonia, non arriveremo prima dell'alba, sono le 3 del mattino, fa freddo; impotenti cerchiamo di dormire. Passa qualche ora, sono le 5, si apre la porta, è il Capotreno, ci comunica che siamo bloccati, le linee elettriche sono ghiacciate, i soccorsi hanno difficoltà a raggiungerci e a breve si spegnerà la luce e i riscaldamenti. Non possiamo credere a ciò che sta accadendo, è assurdo facciamo un calcolo delle ore, stiamo in viaggio dalle 15!! Non abbiamo più parole, aspettiamo e in silenzio ognuno si concentra nei propri pensieri.



Il cielo si sta schiarendo, sono le 7:30, in coda al nostro treno ne arriva un altro. Ci sono altre persone, altri pendolari, si posiziona dietro al nostro, vengono agganciati e insieme ci dirigiamo verso la stazione di Frosinone, pochi minuti e siamo lì. Come ogni stazione c'è chi scende e chi ancora non sa che altro gli spetta prima di ritornare nella città martire. Alla stazione di Frosinone troviamo tutto chiuso, anche il bar, la neve è alta. Ci fanno scendere, la nostra nuova collocazione ora è insieme ai nuovi pendolari, agli ultimi arrivati, quelli che sono nel treno che ci ha spinto alla stazione, è caldo ma non ci sono abbastanza posti. Non facciamo storie siamo fiduciosi che ormai il viaggio sia finito. Partiamo, i due treni sono ancora uniti, l'uno spinge l'altro. Sembra che va, ci tranquillizziamo, sfiniti con i visi stravolti da tutto quello che ci è capitato. Le sorprese non erano finite. Di nuovo ci fermiamo, aperta campagna, stiamo a qualche km da castro-pofi. Aspettiamo, non riparte, è agonia, di nuovo.





Chi ce l'ha esce a fumare le ultime sigarette, chi ha ancora batteria carica avverte dell'ennesimo guasto, ormai siamo rassegnati ancora altro tempo da aspettare, facciamo un ironico pupazzo di neve tra i binari e scattiamo foto di questo assurdo viaggio di ritorno, ancora increduli di ciò che abbiamo passato.




Tra la neve c'è una casetta, vediamo qualcuno che arriva, è una signora con il figlio e una vicina di casa che di propria volontà ci portano bevande calde e dolci. Ringraziamo di questo gesto così umano e gradito. Ricordando che tutti gli organi di competenza non sono stati in grado né di consolarci, né di farci sapere cosa stava succedendo, figuriamoci darci un soccorso.



Quasi ci dispiace lasciare i nostri amici di sventura, si instaurano amicizie, si ride si calmano gli animi. Arriva l'ultima soluzione. Arriva una motrice che viene agganciata ai due treni. Partiamo, ringraziamo la signora e i suoi aiutanti, speriamo davvero che sia l'ultima disavventura, funziona arriviamo verso le ultime stazioni, ci si saluta come se ci si conoscesse da una vita, si scambiano numeri di telefono e auguri. Si riprende e da lontano appare la nostra Abbazia, ci siamo, è fatta, è finita quest'avventura!! Alla stazione ci aspettano, c'è gente che deve partire e appena scendiamo ci accolgono con un applauso..

È finita quest’avventura durata esattamente 23 ore… e pensare che Roma da Cassino dista solo 138 km!!!!!!



Anna Lisa Del Greco

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